– Volta Mantovana

La storia di Volta Mantovana

L’ambiente

Volta Mantovana sorge sulle Colline Moreniche, fra la Pianura Padana e la sponda meridionale del Lago di Garda in una zona dal clima mite e dalla natura rigogliosa. Il suo territorio, dai riconosciuti valori ambientali e paesaggistici, è compreso nei confini del Parco Naturale del Mincio. La tipicità e la genuinità dei prodotti enogastronomici rendono ancora più gratificante la visita.

I primi insediamenti sono databili alla media Età del Bronzo, ma il territorio fu abitato da popolazioni celtiche, etrusche e romane, come attestano i reperti archeologici custoditi nel Museo Archeologico di Cavriana. In epoca altomedievale a Volta Mantovana sorgeva un agglomerato urbano favorito dalla nascita precoce di una curtis e di un castrum, un castello posto a dominare la pianura, che lo studioso Giovanni Paccagnini faceva risalire all’epoca carolingia. Il tessuto delle murature sopravvissute è costituito in larga parte da giarones, ciottoli di fiume raccolti dagli homines de Volta. L’odierna torre dell’Orologio era probabilmente l’antico mastio posto all’interno del fortilizio. Sotto il dominio dei Canossa è attestata l’esistenza della pieve di San Pietro dipendente dal vescovo di Mantova, della curtis cum castrum e della cappella dedicata a Santa Maria. Dell’antico castello rimane solo un tratto della cinta perimetrale.
A Volta Mantovana, nel 1080, l’esercito della grancontessa Matilde di Canossa venne sconfitto da quello imperiale nell’ambito della lotta tra papa Gregorio VII ed Enrico IV. Alla morte di Matilde di Canossa (1115), Volta acquisì una struttura amministrativa autonoma. Tra la fine del X e gli inizi dell’XI, la curtis e il castrum entrarono nella sfera di potere della famiglia Canossa. Fino al XIII Volta Mantovana risulta costituita dal centro fortificato difeso dalle mura, dalla curtis, dalla Pieve e da alcuni gruppi di case sorte sia dentro che attorno alle mura. Verso la metà del 1400 i marchesi di Mantova Ludovico Gonzaga e Barbara di Brandeburgo fecero erigere un palazzo con funzione di villa di campagna. Il palazzo presenta una facciata asimmetrica con portale in pietra e due file di finestre: sui tetti s’innalzano tre comignoli dalla struttura originale. Gli interni sono di pregevole fattura, con decorazioni cinquecentesche, affreschi e soffitti lignei. Di particolare interesse sono gli affreschi sulla volta dell’abside dell’antico Oratorio dedicato alla natività di Maria, attribuiti a Teodoro Ghisi, pittore della cerchia del Giulio Romano. Il salone delle feste di scuola neoclassica mantovana conserva intatto il fascino vezzoso del trompe l’oeil, tipico di questo periodo. Peculiare esempio di giardini all’italiana, i giardini della villa conservano ancora intatta la loro armonia di siepi e statue. Sotto il dominio austriaco, Volta diventa teatro delle guerre d’Indipendenza: il 26 e 27 luglio 1848 si combatte qui una battaglia tra le truppe austriache e i soldati di Carlo Alberto. Lo stesso anno, nel Palazzo Gonzaga Guerrieri il re di Sardegna emana il decreto che assegna la nuova bandiera tricolore alle sue navi da guerra e a quelle della marina mercantile. Il 24 giugno 1859 l’imperatore d’Austria Francesco Giuseppe si trova a Volta Mantovana quando il suo esercito si ritira, sconfitto a Solferino, e nella Terza Guerra d’Indipendenza si insedia a Volta Mantovana il comando di alcuni corpi d’armata dell’esercito italiano. Nacque a Volta Ivanoe Bonomi, Presidente del Consiglio nel secondo dopoguerra.

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